Santuario della Madonna delle Grazie

L’edificazione fu decisa dal conte Francesco d’Arco nel 1478: non riuscì a vedere l’opera compiuta e nel suo testamento lasciò espressamente incarico agli eredi

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Descrizione

Santuario

Si trova a sud ovest di Arco, in luogo piuttosto isolato rispetto alla posizione degli abitati, al confine con il territorio del Comune di Riva del Garda, sulla strada per Varone. L’edificazione fu decisa dal conte Francesco d’Arco nel 1478: non riuscì a vedere l’opera compiuta e nel suo testamento lasciò espressamente incarico agli eredi, i figli Andrea ed Odorico, che ne curassero il completamento. Il convento, ancora esistente, dei Frati Riformati (Francescani), fu terminato quindi nel 1482 e dieci anni dopo fu portata a termine la chiesa. 

Il refettorio del convento ospitò nel 1508 i sottoscrittori della tregua tra Massimiliano d’Asburgo, imperatore, Luigi XII di Francia e la Repubblica di Venezia: al tavolo delle trattative erano seduti inviati imperiali guidati dal Principe Vescovo di Trento Giorgio Neideck, due inviati dei francesi ed un inviato di Venezia. Durante l’invasione napoleonica il convento venne requisito e i frati furono dispersi: gli abitanti di Varignano portarono in salvo la statua della Madonna conservata sull’altare, opera quattrocentesca di artisti di scuola veronese e oggetto di particolare venerazione. La chiesa attuale è stata edificata nel 1857 su progetto dell’architetto Antonio Conci di Trento, sullo stesso suolo in cui si trovava l’antica, ma ospita l’altare settecentesco in marmo policromo realizzato da Giacomo e Cristoforo Benedetti di Castione, su progetto di Andrea Pozzo. Sulla sommità dell’altare trova posto lo stemma dei conti d’Arco, dal momento che fu Giambattista, cononico di Salisburgo, a finanziare l’opera: un suo ritratto si trova all’interno della sacrestia. Pregevole anche il coro, con sedili in legno, cui si accede da due porticine ai lati dell’altare maggiore. 
Altra opera monumentale e di pregio è il portale di ingresso della chiesa, realizzato in bronzo, e le formelle in cotto della facciata, opere dello scultore Fra’ Silvio Bottes, ancora oggi residente nel convento; sua anche la statua di San Francesco del piazzale a lato della chiesa e innumerevoli altre opere realizzate in numerosissimi luoghi, in Italia ed all’estero. Dello stesso scultore è anche il Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre, che si trova in piazzale Segantini.
 
Nel chiostro, che si trova ad un piano inferiore rispetto alla chiesa, sono conservate le lapidi della sepoltura di Susanna Collalto, madre di Nicolò, e di Barbara Martinengo, moglie di Andrea d’Arco, che probabilmente erano state sepolte all’interno dell’antica chiesa, voluta dal suocero. 
Gli spazi all’interno del convento sono bellissimi, per struttura e proporzioni: diversi i cortili e gli ambienti, fra cui un bellissimo refettorio che talvolta ospita iniziative culturali e religiose. 
La chiesa è aperta e visitabile durante il giorno e vi sono celebrate regolarmente le Messe, a cura dei frati del convento. 

Modalità di accesso

L’accesso non presenta barriere architettoniche ed è ben segnalato

Indirizzo

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